Queste espressioni lisbonesi sono le più popolari tra le “alfacinhas” e rivelano tutte la vera anima di Lisbona.
Nel corso degli anni, la gente del posto ha inventato molte frasi uniche, alcune delle quali possono sembrare strane, soprattutto a chi non è nato in città.

Espressioni che solo i lisbonesi capiscono
Oggi vi presentiamo un elenco di queste espressioni particolari e una spiegazione per ciascuna di esse:
Ir aos pastéis
Significa andare ai Pastéis de Belém, le famose crostate di questa particolare pasticceria.
Andare a fare una passeggiata nel Parco Eduardo
Si riferisce alla passeggiata nel Parque Eduardo VII, uno dei parchi più iconici della città.

Andiamo al Lux?
Il Lux Frágil è una delle discoteche più conosciute di Lisbona. Se qualcuno ve lo chiede, vi sta suggerendo che se volete uscire la sera, non dovreste andare in questa discoteca di Lisbona.
Scendere nella Baixa
Andate nella zona della Baixa Pombalina, il centro storico di Lisbona, di solito per passeggiare, fare shopping o andare in un caffè.

Timbrare il biglietto
Usato non solo per convalidare un biglietto sui mezzi pubblici, ma anche come espressione per “completare un compito di routine”.
Vado a Chiado
Andare nella zona commerciale più “bella” della città, frequentata da molti abitanti del posto e da un numero sempre maggiore di turisti, per fare acquisti, andare nei caffè o visitare le librerie, soprattutto la più antica del mondo.

Prendere il tram
Per i locali il “tram” è il tipico mezzo di trasporto pubblico e dire “prendo il 28″ è del tutto normale.
Vedere il panorama dal belvedere
Lisbona è nota per i suoi incredibili belvedere, i luoghi con splendide viste in cima alle sue 7 (o 8) colline, quindi “andare al belvedere” significa fare una passeggiata.

Girare l’angolo fino a Rossio
Significa “andare o trovarsi nel cuore del centro di Lisbona”, fare il giro della famosa piazza di Baixa.
Mangiare una bifana al rulote
Assaporate il tipico panino con la carne di maiale, venduto in diversi punti fissi della città, ma anche nei furgoni parcheggiati in molti luoghi della capitale, soprattutto di notte.
Andare al manicomio
Un vecchio termine gergale di Lisbona per indicare i vivaci bar di Cais do Sodré, prima ancora che diventasse la zona alla moda di oggi.
Essere a Recreio
Un vecchio riferimento a un famoso bar del Bairro Alto, ma anche usato per dire che ci si sta rilassando in un posto fresco.

Incrociare le dita per uno sciopero della metropolitana
È un vero e proprio dramma di Lisbona, e chiunque prenda la metropolitana sa cosa vuol dire!
Manca la Feira Popular
Un riferimento spesso nostalgico al vecchio luna park della città, demolito nei primi anni 2000. Solo gli “alfacinhas” ne sentono la mancanza.

Chiamare la calhandreira
Bisogna risalire al XVII o XVIII secolo per scoprire le origini di una delle espressioni popolari più antiche della città: gli studiosi sostengono che sia legata a una sorta di vasino dell’epoca, il “calhandro”, che veniva svuotato e lavato nel Tago da un gruppo di serve al servizio delle famiglie più nobili e ricche della città.
Queste donne ne approfittavano per chiacchierare (a lungo), raccontando e spettegolando su tutto ciò che accadeva nelle case dei loro padroni. Da quel momento in poi, il termine “calhandreira” è stato associato per sempre a coloro che ficcano il naso nella vita degli altri.
Chiamare cacilheiro
Tipico riferimento alla barca che attraversa il Tago fino a Cacilhas, o ad altre fermate sulla riva sud.

À grande e à francesa e Farrobodó
Queste due espressioni popolari sono nate nel Palácio Chiado. Sì, in quello storico edificio di Rua do Alecrim (n. 70) che oggi è un ristorante.
Entrambe sono legate ai sontuosi banchetti serviti da Joaquim Pedro de Quintela, primo conte di Farrobo, nell’allora Palácio Quintela.
Da Farrobo nacque poi farrobodó (e non forrobodó, come dicono quasi tutti) e l’espressione è arrivata fino ai giorni nostri.

Rés-vés Campo d’Ourique
Era giusto così! Così è diventato rés-vés Campo de Ourique! Sebbene esistano diverse teorie su questa espressione popolare, la più condivisa dice che risale al terremoto del 1755 e al violento tsunami che ne seguì. Il terremoto colpì quasi tutta la città, ma mancò di poco il quartiere !
C’è anche chi sostiene che sia dovuto all’assetto urbanistico della Lisbona del XVII secolo, i cui confini della città terminavano a Campo de Ourique, più precisamente in Rua Maria Pia. In altre parole, era “appena fuori” Lisbona.
Caduta di Carmo e Trindade
Un’altra espressione in cui si dà la colpa al terremoto del 1755. Questo tragico evento causò la distruzione degli antichi conventi di Carmo e Trindade, due dei più importanti della città all’epoca.
Lo stupore fu tale che la popolazione diffuse subito il messaggio – “Carmo e a Trindade è caduto!”, e l’espressione è rimasta per sempre, essendo ora legata a qualcosa di drammatico o a un evento negativo.

Guardare in disparte
Avete perso un’ottima occasione che era proprio davanti a voi? Ebbene, siete rimasti indietro, non è vero? Non c’è consenso sull’origine di questa espressione popolare, ma ci sono due teorie più note, entrambe legate all’Alto de Santa Catarina:
Una evoca i lisbonesi che, non credendo alla morte del re Sebastião, si fermavano in questo punto in attesa del ritorno del re su una nave; l’altra risale all ‘epoca delle Scoperte e degli armatori portoghesi, che salivano su questa collina per vedere le loro navi arrivare dalle Indie, dall’Africa e dal Brasile.
Mettere Rossio in Rua da Betesga
Questa è una delle espressioni popolari più facili da capire, soprattutto per i locali. Se è questo il vostro caso, sono sicuro che siete già passati per la piccola Rua da Betesga, che collega Rossio a Praça da Figueira. E, come potete immaginare, il Rossio non entrerebbe mai nei suoi 35 metri di lunghezza.
Volete fare qualcosa di impossibile o sproporzionato? Ecco “come mettere il Rossio a Betesga”.

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